Tutto capita per caso?

Tutto capita per caso?
Insegna un maestro che vivere significa porre attenzione ad ogni istante che passa, a tutto ciò che accade intorno a noi, a ogni cosa che facciamo. Significa sviluppare l’attenzione, avere la piena consapevolezza che ogni attimo della nostra vita ha un significato che possiamo cogliere solo se siamo desti, cioè aperti a cogliere ogni avvenimento che accade intorno a noi.
Vivere vuol dire essere sempre se stessi senza lasciarsi distrarre dal turbinio della vita, attraversando le esperienze di lavoro, gli affetti, l’amore e i dolori senza subirne l’influenza, senza farci abbattere dalle sofferenze o saltare dalle gioie.
Mantenere la calma dentro di noi e l’armonia nei confronti di ciò che ci circonda ci consente di percepire l’intuizione, ovvero la condizione che ci permette di scegliere, tra le varie circostanze della vita, la strada che conduce alla nostra evoluzione.
Chi vive con questa consapevolezza scoprirà che quanto gli succede non è che un messaggio, un segno, che può essere percepito, intuito, interpretato e quindi fatto proprio. Un messaggio che ha un preciso significato per la propria vita, in quel momento e in quella situazione. Dall’altra dimensione ci arrivano, nello spazio e nel tempo, segni precisi. Se siamo capaci di dar loro un significato possiamo trarne una grande utilità, anche in termini pratici, poiché i segni, aiutandoci a scegliere, possono suggerirci quali ostacoli superare e quali pericoli evitare.
L’aiuto può raggiungerci anche attraverso circostanze apparentemente casuali che bisogna saper riconoscere ed interpretare. Questo non è facile.
E’ necessario tenere il mondo al di fuori di noi. Per questo è necessario ascoltare la propria voce interiore che non mancherà di suggerire, illuminare e stimolare. Occorre fermarsi un istante, come faceva Socrate, per sentire quello che il proprio Io suggerisce.
L’universo amministra quello che l’ignoranza umana chiama caso muovendo uomini, cose e circostanze ai suoi fini. A questo proposito Champfort ha scritto: “Il caso è un soprannome della Provvidenza”.
 
Il caso non esiste.
 
 
(tratto da I Segni del destino di Gian Marco Bragadin – Ed. Melchisedek)